CHE TU CREDA DI FARCELA O MENO, AVRAI COMUNQUE RAGIONE

Significa che siamo noi, attraverso le nostre credenze, a creare la realtà che viviamo, e non viceversa come siamo abituati a pensare abitualmente.

Che tu creda di farcela (e questa è la prima credenza) o di non farcela (seconda credenza), in ogni caso, le cose avverranno avverranno assecondando il tuo schema di pensiero.

Quando nasciamo, ci viene “consegnato” uno scenario pre-costituito dentro al quale, oltre al nostro nome cognome già belli e pronti ad essere da noi “indossati”, abbiamo trovato anche alcuni schemi di comportamento e di ragionamento a cui attenerci.

Già il nome e il cognome non sono cosa da poco. Se ti fossi chiamato Vasco (invece di Francesco, Davide, Michele o altri nomi comuni) in qualche modo avrebbe influito sulla tua vita, così come lo fa il cognome, la città, il periodo storico in cui siamo nati e così via.

Nel famigerato scenario pre-costituito troviamo una serie di elementi che potenzialmente ci influenzeranno. Sottolineo potenzialmente perché scopo di un percorso di presa di coscienza di sé, è anche quello di liberarci da questi schemi.

Cosa ancora più importante, ed è proprio quella che mi ha spinto a intitolare questo post “che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione”, è che insieme a tutto ciò nel pacco troviamo anche un paradigma.

L’attuale paradigma della felicità

Il paradigma che troviamo “bello e pronto” nello scenario pre-costituito, quello a cui crede la maggior parte delle persone (le quali faranno di tutto per convincerti che è vero) è che il nostro benessere dipende da ciò che troviamo nel mondo.

Gli avvenimenti positivi creano la tua felicità e quelli negativi la tua infelicità.  Quando troverai il partner che da tanto desideri, quando otterrai il lavoro tanto agognato, quando avrai la disponibilità economica che da sempre aneli, allora, finalmente sarai felice. Dovrai stare attento, perché basterà perdere una qualsiasi di queste cose perché tale felicità svanisca da un momento all’altro.

Nello scenario pre-costituito viene inserita, in genere, anche l’informazione secondo cui la felicità sarebbe una qualità effimeratemporanea e destinata ad avere una durata limitata nel tempo. Se ti sei trovato a leggere fino qui, è perché questa visione ti sta stretta.

Forse è possibile rispedire il benedetto scenario pre-costituito al mittente o, se preferisci, tenertelo, ma inserirci dentro qualcosa di diverso, ad esempio, un nuovo paradigma.


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Il nuovo paradigma

Una volta compreso come abbiamo sempre pensato che funzioni, oggi ti propongo di prendere in considerazione l’idea che sia il contrario esatto. Proprio così. Ho inserito il grassetto perché volevo enfatizzare la frase, non voglio che se ne perda il significato.

Sei tu a creare la realtà in cui vivi, a seconda delle tue qualità interiori.

Cosa sono queste qualità interiori?

È l’insieme dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, i tuo schemi di pensiero, la storia da cui provieni ed il progetto evolutivo che l’Anima ha in serbo per te. La realtà che vivi è strettamente legata a come tu pensipercepisci la vita.

Il paradigma va quindi ribaltatonon è che accadono cose positive nel mondo e quindi io sto bene, bensì: sto bene, mi sento in armonia e in pace con me stesso e quindi la mia vita prende un corso positivo.

Faccio un piccolo esempio. Qualche giorno fa una persona che conosco mi ha parlato della città di Milano. A Milano, secondo lei, la gente è triste, nessuno ti saluta e i palazzi sono grigi. La cosa curiosa è che dopo quasi cinque anni sono tornato a Milano proprio la settimana scorsa per il workshop di benessere, mi sono presentato nel capoluogo lombardo senza nessun tipo di aspettativa. Sono rimasto assolutamente stupito positivamente. 

Sì, i palazzi grigi effettivamente ci sono, ma sono abbelliti da coloratissimi murales. Quanto alle persone, non mi sono sembrate tristi, ed a me, personalmente, mi salutavano eccome nei bar, nei locali e persino per strada.

Perché è accaduto, è stato un caso? Nulla è un caso.

Il punto è che io non avevo idee negative su Milano e la sua gente. Non avendole, ed anzi, sentendo dentro di me l’entusiasmo di essere lì per condividere ciò che conosco e vivo all’interno del workshop, le persone che incontravo devono evidentemente aver fatto da specchio a questo mio entusiasmo interiore. 

Non a caso nella spiritualità si parla di Legge dello Specchio e di Legge di Attrazione: ciò che vediamo all’esterno, riflette l’immagine del nostro pensiero e del nostro sentire. Ciò che attiriamo e viviamo nella nostra vita, arriva in sintonia col nostro stato energetico. 

E non vorrei, dopo l’esempio di Milano, che tu pensassi che io mi stia “dando delle arie”: le giornate nocapitano anche a me e, infatti, “guarda caso”, in quelle giornate cambia in peggio anche il comportamento degli altri e le situazioni che mi capitano. Ad una disarmonia interiore, ne corrisponde sempre una esteriore.

Milano non è oggettivamente triste, Milano è come tu la vuoi vedere. Se hai la credenza che lo sia, finirà per esserlo. Se hai la credenza contraria, se le dai una possibilità, Milano ti stupirà come ha stupito a me.

Ecco perché Henry Ford disse: “che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione”. 

Un secondo esempio. In tutti questi anni di incontri e condivisione, ho potuto comprovare chiaramente quanto le donne che hanno credenze negative sugli uomini, finiscono per trovare “uomini sbagliati”.

Credono che “gli uomini siano superficiali”, quindi trovano uomini superficiali. Credono che “non esista più un uomo che si prenda le sue responsabilità, e difatti non lo trovano.

Qualche giorno fa un’amica mi ha chiesto: “perché gli uomini non prendono più l’iniziativa?”  Mah, sarà vero? Probabilmente in alcuni casi si ed in altri no. Ma lei, attraverso questa credenza finirà inevitabilmente per trovare uomini che non la prendono. Se anche dovesse trovarne uno che lo fa, potrebbe finire per considerarla un’eccezione, o addirittura ignorarlo: la mente tende infatti a proteggere i propri schemi di pensiero.

Ovviamente tutto questo vale anche al contrario: anche gli uomini trovano donne che rispecchiano le proprie credenze. Insomma, ancora una volta il concetto è lo stesso: che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione. Che tu creda che gli uomini, o le donne, siano affidabili piuttosto che inaffidabili il mondo ti restituirà l’immagine della tua credenza.

Cosa possiamo fare

Possiamo fare una cosa molto semplice: rigirare la frittata. Ogni volta che facciamo un’affermazione ricordiamoci che il mondo si conformerà ad essa. Insomma, lo vogliamo ripetere? Che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione. 

Se penso che trovare lavoro sia difficile, lo diventerà. Non è che (ripeto il ragionamento) trovare lavoro è difficile e quindi io inizio ad affermarlo, bensì io inizio ad affermarlo (magari perché l’ho letto sul giornale, sentito dire alla tv, da un cugino, da un amico, al bar, ecc. ) e quindi la realtà si uniforma alla mia credenza.

So che ti sembra che a volte questo meccanismo non funzioni, cioè che tu non hai affatto le credenze che vedi nel mondo. È probabile però che tu quelle credenze le abbia eccome semplicemente sono difficili da riconoscere perché nascoste nel tuo inconscio. 

Ma, ovviamente (come diceva lo scrittore Michael Endequesta è un’altra storia e quindi te la racconterò in un prossimo articolo. 

Una risposta a “CHE TU CREDA DI FARCELA O MENO, AVRAI COMUNQUE RAGIONE”

  1. Assolutamente ragione, noi siamo i padroni del nostro destino che ci crediamo o meno siamo comunque noi!

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