Una delle teorie della comunicazione più famosa al mondo è un falso mito. Sto parlando della teoria di Mehrabian, non tanto famosa per il suo autore, quanto per il suo contenuto:
“il processo comunicativo dipende per il 55% da elementi non verbali, per il 38% da elementi paraverbali e per il 7% da aspetti verbali”.
Questa teoria viene molto spesso utilizzata nei corsi di formazione, di PNL e di crescita personale. Per definizione, la comunicazione è il processo di trasmissione di un messaggio, da un soggetto emittente a uno ricevente.
Come ci ricorda lo psicologo Paul Watzlawick, “non si può non comunicare”.
Io aggiungerei che non si può non interagire, superando anche quest’altro aspetto limitante della comunicazione. Tutti interagiscono ma, interagire in modo efficace, è tutto un altro discorso.
I TRE LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE
Nel 1967, lo psicologo statunitense Albert Mehrabian definì i 3 livelli di comunicazione:
- Non verbale: tutto ciò che riguarda il movimento del corpo, la gestualità e la postura
- Paraverbale: tutto ciò che riguarda il tono della voce, la velocità e il ritmo
- Verbale: tutto ciò che riguarda il contenuto e l’informazione trasmessa.
L’ORIGINE DEL FALSO MITO
Con la pubblicazione del suo libro “Nonverbal Communication”, la teoria delle percentuali divenne di dominio pubblico. Di seguito venne presa e riproposta da numerosi consulenti i quali, però, si scostarono dalla vera essenza della legge.
Infatti, le percentuali di Mehrabian, si riferiscono ad uno studio che lo psicologo ha realizzato in un contesto specifico e con una finalità specifica, ovvero quella di vedere quanto, parlando di emozioni, fosse significativa l’espressione del viso di chi ne parlava.
Questa legge è valida, quindi, solo quando si comunicano sentimenti e atteggiamenti.
Il grande inganno non sta, perciò, nella legge stessa, bensì nella sua interpretazione. Lo stesso Mehrabian ha più volte tentato di sfatare questo mito, scrivendo pubblicamente di essere “sconfortato dall’uso delle sue percentuali ad opera di sedicenti esperti” (parole sue) e ha poi condannato tutti quei formatori e consulenti che ne hanno abusato e tutt’ora travisano il vero senso della regola.
conclusioni
Contrariamente a tutti quelli che screditano la comunicazione verbale, le parole sono fondamentali.
Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di comunicazione e interazione umana, qualifica le parole come lo strumento con cui definiamo la realtà circostante.
In definitiva, in un processo di comunicazione è importante “cosa” dici tanto quanto “come” lo dici.
Sempre secondo Borzacchiello l’errore sta nell’attribuire delle percentuali fisse ai 3 livelli di comunicazione. Uno dei problemi maggiori della divulgazione di questo tipo di informazioni è che passi il messaggio (più o meno inconscio) secondo cui le parole sono poco importanti.
Pensateci: sapendo che il 93% dei vostri risultati non dipende dal linguaggio, dedichereste energie a studiare come funzionano le parole? E’ evidente che si tratta di una questione semplicemente ridicola, visto che, scienza dice, l’intelligenza linguistica è la base fondante di qualsiasi comportamento e di qualsiasi emozione.
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