I 5 BIAS COGNITIVI PIU’ COMUNI
Iniziamo con il dire che i bias cognitivi sono costrutti fondati, al di fuori del giudizio critico, su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica.
Sono sempre di più le persone che parlano di bias cognitivi e che approfondiscono questo argomento: sta aumentando in modo considerevole la voglia di conoscere se stessi (e il proprio cervello) e il fatto che tu stia leggendo queste parole ne è la testimonianza.
Al tempo stesso, esiste anche un dato meno felice (ed è un eufemismo): da un lato sta aumentando l’interesse per la conoscenza, dall’altro lato sta aumentando a dismisura la disinformazione, ed è per questo che è necessario fare estrema chiarezza sull’argomento, sgomberando subito il campo da approcci poco scientifici.
ANALIZZIAMOLI NELLO SPECIFICO
Ogni giorno il nostro cervello è inondato da milioni di informazioni. Troppe, rispetto a quante ne potrebbe processare correttamente.
Questo è il motivo che porta il cervello umano a ricorrere a delle strategie cognitive per essere più veloce, risparmiare tempo e fare meno fatica. A tal proposito, esistono delle vere e proprie scorciatoie mentali che soddisfano pienamente queste esigenze.
Il punto è questo: è vero che queste scorciatoie sono utili al nostro cervello per fare preziosa economia cognitiva, ma è altrettanto vero che queste scorciatoie molte volte lo portano fuori strada, facendolo inciampare in un susseguirsi di errori di ragionamento e di valutazione, che prendono il nome di bias cognitivi.
A questo punto, è doveroso chiarire un concetto che ancora in troppi continuano a sottovalutare: quando ci riferiamo agli errori cognitivi in sé, ci stiamo riferendo ai bias cognitivi e non alle euristiche. Tuttora nella letteratura scientifica di maggior rilevanza esistono dei limiti importanti nelle definizioni e nella delineazione di un confine preciso tra bias ed euristiche. In realtà c’è una differenza sostanziale: se i bias cognitivi sono l’errore finale – metaforicamente, la nostra destinazione finale sbagliata – allora le euristiche ne sono la causa, ovvero sono la scorciatoia che ci hanno portato a quell’errore.
LE EURISTICHE COGNITIVE
Nel 2002 Kahneman e Frederick teorizzarono che l’euristica cognitiva funzionasse per mezzo di un sistema chiamato sostituzione dell’attributo, che avviene senza consapevolezza. In base a questa teoria, quando qualcuno esprime un giudizio complesso da un punto di vista inferenziale, risulta essere sostituito da un euristica che è un concetto affine a quello precedente, ma formulato più semplicemente.
Le euristiche sono, dunque, escamotage mentali che portano a conclusioni veloci con il minimo sforzo cognitivo.
Quindi, i bias sono particolari euristiche usate per esprimere dei giudizi, che alla lunga diventano pregiudizi, su cose mai viste o di cui non si è mai avuto esperienza. Mentre le euristiche funzionano come una scorciatoia mentale e permettono di avere accesso a informazioni immagazzinate in memoria.
In sintesi, se le euristiche sono scorciatoie comode e rapide estrapolate dalla realtà che portano a veloci conclusioni, i bias cognitivi sono euristiche spesso inefficaci, pregiudizi astratti che non si generano su dati di realtà, ma si acquisiscono a priori senza critica o giudizio.
SBAGLIAMO SPESSO SENZA ACCORGECENE
Chi ha più probabilità di morire a lavoro, i pescatori o i poliziotti?
Rispondi d’istinto.
Le numerose news riguardanti la morte di poliziotti inducono la maggior parte delle persone a pensare che la risposta corretta sia “poliziotti”, ma le statistiche parlano chiaro: la professione del pescatore è molto più pericolosa.
Eppure, molti credono che fare il poliziotto sia molto più rischioso rispetto a fare il pescatore. Se volete, potete stupirvi di persona consultando la lista dei 10 lavori più pericolosi in America, direttamente sul sito della CNBC.
Quindi, quando si innescano i bias cognitivi?
Riflettici: se ti fai ingannare anche da queste piccole cose, quante altre volte cadete in errore senza rendertene minimamente conto?
Potresti sbagliarti in domande innocue come queste, ma potresti cadere in errore anche in situazioni ben più delicate ed importanti: quando devi scegliere se fare o meno un investimento, quando sei nel mezzo di una negoziazione fondamentale per la vostra azienda oppure quando leggi le notizie, ogni giorno.
In ogni momento della giornata, potreste farvi ingannare dal vostro cervello senza accorgervene.
Di fatto, i bias cognitivi si innescano ogni singolo giorno, più volte al giorno: ogni minima decisione potrebbe essere minata da un bias. Da quali vestiti indossare a quale strada percorrere per andare a lavoro, passando per la scelta di cosa preparare per colazione e se rimandare o meno la sveglia del mattino.
PERCHÈ ESISTONO I BIAS COGNITIVI
Se sei doto di un cervello, allora non puoi farne a meno: i bias non sono un optional.
E a fronte di questo dato, il mondo di solito si divide in due: alcuni accettano questi dati di fatto e ne fanno tesoro, altri invece pensano di essere diversi, più furbi e in un certo senso immuni a tali errori cognitivi. E magari si convincono a tal punto da avere pensieri come “No, a me non capita”, oppure “Io invece non ci casco, le mie decisioni sono sempre razionali”.
Ebbene, la notizia è la seguente: anche pensare di non rientrare nelle statistiche come questa è un bias cognitivo. Avete mai sentito parlare di overconfidence bias?
i bias cognitivi riguardano tutti, indistintamente
Perché il cervello di ogni essere umano è governato da precisi meccanismi che funzionano allo stesso modo per tutti. In particolare, esistono due regole che stanno alla base del motivo per cui subiamo gli effetti dei bias cognitivi.
La prima regola è il risparmio di energie: il vostro cervello vuole a tutti i costi risparmiare energie cognitive e vuole lavorare senza fare fatica, se possibile. E questo, spesso, fa sì che il cervello decida di prendere delle scorciatoie: può sembrare una strategia intelligente, ma in realtà queste scorciatoie – le euristiche – portano a degli errori – i bias.
Sicuramente su questo fronte non è d’aiuto la seconda regola che sta alla base di questi meccanismi cognitivi, ovvero la rapidità. Il cervello, oltre a risparmiare energie, vuole portare a termine i suoi compiti il più velocemente possibile. E quindi questa è la situazione: il cervello sbaglia strada a causa della scorciatoie sbagliata e in più, come se non bastasse, la percorre anche troppo rapidamente, perdendo così le ultime possibilità di rimediare in corso d’opera.
Il numero di bias cognitivi che ogni giorno possono innescarsi nel tuo cervello è vastissimo: esistono decine e decine di categorie di bias diversi e ogni essere umano per quanto possa ritenersi intelligente, razionale e logico ogni giorno ne subisce le conseguenze. Potenzialmente, ogni tua decisione – purtroppo anche quelle più importanti – potrebbe essere rovinata da un bias cognitivo. E la tua neocorteccia, questo, lo sa bene. Sotto questo punto di vista, gli umani sono a tutti gli effetti degli esseri irrazionali che amano definirsi razionali.
BIAS COGNITIVI: PRO E CONTRO
I bias, però, non sono sempre negativi. I bias cognitivi, tra le altre cose, sono quei meccanismi della mente umana che ti hanno portato fino a qui, oggi. E senza, sarebbe stato tutto molto più complesso e, forse, impossibile. Uno dei motivi principali per cui i bias sono utili è legato ai concetti di evoluzione e sopravvivenza: in situazioni pericolose, in cui hai poco tempo per prendere delle decisioni, è fondamentale avere un cervello che sia capace di processare quanto accade con rapidità.
A volte queste strategie innate ci portano fuori strada, altre volte invece la scorciatoia scelta si rivela buona.
Per cogliere veramente l’importanza di questa nostra irrazionalità, pensa a cosa succederebbe se davanti ad un pericolo imminente come un leone qualche tuo antenato si fosse messo a calcolare il peso del leone, la sua velocità e l’accelerazione di entrambi per poter capire come mettersi in salvo.
Bastava l’istinto di sopravvivenza, bastava eccome.
E oggigiorno, come allora, alcune volte questa nostra caratteristica si rivela altrettanto fondamentale.

I 5 BIAS PIU’ COMUNI
Oltre alla teoria, per comprendere a fondo i bias cognitivi è importante poterli toccare con mano. Ogni bias ha una sua applicazione e delle sue peculiarità da scoprire.
Abbiamo analizzato tutti i bias e ne abbiamo selezionati 5, ovvero i più significativi da conoscere. Sono i bias più comuni in assoluto, e potrebbero innescarsi quotidianamente:
- overconfidence bias
- confirmation bias
- self-serving bias
- halo effect
- Pygmalion effect
Ho scelto di concentrarmi su questi 5 bias, perché sono quelli che possono innescarsi più frequentemente e che possono impattare maggiormente sulla qualità della tua vita, delle tue decisioni e delle tue relazioni.
1 – OVER CONFIDENCE BIAS
È la tendenza ad avere un’eccessiva stima delle tue capacità e un’eccessiva fiducia in te stesso. È il motivo per cui, spesso, il pensiero positivo genera più danni che benefici. Pensare in modo eccessivamente positivo può farti sottovalutare alcuni ostacoli, può farti sovrastimare le tue capacità e, di conseguenza, può farti sottovalutare l’impegno richiesto per raggiungere ad esempio un tuo obiettivo.
2 – CONFIRMATION BIAS
È la ricerca (inconscia) di informazioni e prove a favore delle tue opinioni, dei tuoi giudizi e dei tuoi paradigmi cognitivi, escludendo quelle contrarie. Tipiche di chi subisce gli effetti di questo bias sono affermazioni come “Ecco, lo sapevo. Ogni volta che parliamo, si finisce litigando!”. Ci hai mai fatto caso?
3 – SELF-SERVING BIAS
Questo è il processo cognitivo che ti porta a pensare che i risultati positivi che ottieni siano solo merito tuo (grazie al tuo impegno, alle tue capacità, al tuo duro lavoro) e che i risultati meno buoni siano colpa degli altri o causati da fatto esterni. Quante volte ti è capitato di sentire (o di dire, da bambini) “mamma, la maestra mi ha dato 4” e “mamma, nella verifica ho preso 9”? Eppure, in entrambi i casi, a fare la verifica e ad ottenere quel voto è stata la stessa persona.
4 – HALO EFFECT
Questo bias può innescarsi in diversi modi e uno di questi è quello che rende efficace l’utilizzo dei testimonial nel marketing. Ad esempio, quando conosci una persona esperta o particolarmente nota in un determinato settore, tendi poi a pensare che la sua esperienza e le sue capacità si estendano anche ad altri ambiti, nei quali – magari – non ha alcuna competenza effettiva.
5 – PYGMALION EFFECT
L’effetto Pigmalione o effetto Rosenthal è quel bias che viene anche chiamato “la profezia che si autorealizza” ed è la ragione per cui quando una maestra crede molto nelle potenzialità di un suo allievo, quest’ultimo tenderà a migliorare le sue performance scolastiche.
Allo stesso modo, funziona anche in altre relazioni, sia personali, sia professionali. Così come una maestra con il suo allievo, questo effetto cognitivo può innescarsi anche nel rapporto datore di lavoro – dipendente. E attenzione: sia con effetti positivi, sia con effetti negativi.
I BIAS NEL LAVORO
Nel lavoro, qualsiasi sia il tuo lavoro, uno dei bias più influenti è il pygmalion effect. Se fai parte di un team o ancor di più se tu stesso gestisci un team, allora devi stare estremamente attento a cosa pensi dei colleghi, dei collaboratori o dei dipendenti.
Rifletti sul tipo di relazione che hai con loro e su che tipo di opinionehai nei loro confronti: c’è qualcosa che potresti fare per migliorare l’opinione e, di conseguenza, la relazione stessa?
Ricorda: è una profezia che si auto-avvera. Se non la conosci, non ti accorgi nemmeno della sua esistenza, ma se la conosci, la puoi gestire.
I BIAS IN FAMIGLIA
In famiglia, spesso, lasciamo ancor più da parte la razionalità e quindi i bias prendono il sopravvento. Ad esempio, a volte molti litigi nascono proprio a causa del confirmation bias: anche a fronte di evidenti prove a sfavore della nostra testa, in alcuni confronti ci ostiniamo – testardi – a voler essere coerenti con la posizione presa, cercando a tutti i costi conferme delle nostre opinioni.
Ora che sei a conoscenza anche di questo aspetto della realtà, la prossima volta mettiti in discussione: non sarà semplice, specialmente le prime volte, ma sarà il primo passo decisivo per gestire anche questo bias.
COME GESTIRE AL MEGLIO I BIAS COGNITIVI
È il momento di passare all’azione, per comprendere in modo concreto cosa significhi applicare (e gestire a tuo vantaggio) i bias cognitivi. Perché è così che funziona: o subisci gli effetti dei bias cognitivi, o impari a gestirli a tuo vantaggio. Ed è questo il grande cambiamento di paradigma che ti permette di andare oltre la vecchia visione statica e passiva dei bias cognitivi e ti fa prendere parte attiva nella gestione e nel controllo dei tuoi pensieri e dei tuoi comportamenti.
Una prospettiva tanto innovativa quanto scientificamente valida: un’evoluzione a tutti gli effetti nel mondo nelle neuroscienze comportamentali.
Ogni bias può essere sfruttato a nostro vantaggio, grazie a precise strategie cognitivo-comportamentali.
Alcuni bias possono essere sfruttati per aumentare la tua produttività, altri bias possono essere sfruttati per migliorare la qualità delle tue interazioni, altri bias possono essere sfruttati per agevolare il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Questi sono solo alcuni dei campi in cui è possibile, per voi, godere del vantaggio dei bias
A questo punto, hai appreso l’importanza dei bias e sai anche che esistono numerose varietà di questi errori cognitivi.
I bias cognitivi si innescano ogni giorno, tutti i giorni: vanno gestiti, punto. Potrebbe innescarsi un’euristica nel tuo cervello ogni volta che quest’ultimo processa delle informazioni. Di fatto, in ogni istante.
La strategia in assoluto più importante per gestire i bias cognitivi è la conoscenza. Ricorda: quando conosci come funzioni, hai il potere di funzionare meglio.
Conoscere i bias cognitivi (sono tanti: uno alla volta, passo dopo passo) è un mezzo prezioso per fare enormi passi avanti in un inesorabile processo di miglioramento, infinito ed estremamente eccitante. Per gestire i bias, a volte, basta riconoscerli!
E per riconoscerli – lo dice la parola stessa – devi conoscerli e per farlo, devi farti aiutare da chi li conosce bene!
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