QUEL BAMBINO

– PARTE 1 –

NON VEDO L’ORA DI DIVENTAR BAMBINO 

Può sembrarti assurdo, ma è la verità. Quando ero piccolo credevo, tra le tante cose, che non sarei mai riuscito né a guidare una macchina, né tantomeno a baciare una ragazza. Non chiedermi il perché, ma ero convinto che fossero obiettivi impossibili. Impossibili, sì, ma solo per me. 

Quel bambino, “così bravo e buono”, guardava il mondo con la testa appoggiata dalla parte esterna della vetrina, curioso di vedere, semmai fosse riuscito ad entrare, cos’altro ci fosse al di là di quel vetro.

Quel bambino, “che non si vede e non si sente”, sapeva di poter diventare invisibile agli occhi dei grandi, ma non a quelli dei suoi coetanei che avevano un modo assai bizzarro di divertirsi. 

Quel bambino, “silenzioso e pensieroso”, non capiva, infatti, cosa ci fosse di così divertente nel lancio di sassi o negli insulti verso di lui.

Tutte cose che osservava con sintomatica diffidenza e apatica temerarietà, assorto com’era nella ricerca del suo mondo perfetto

In quel caos che governava la sua vita, c’era una sola cosa che lo accumunava a tutti gli altri bambini. Anche lui non vedeva l’ora di crescere, di diventare grande, per fare le “cose dei grandi”.

Se mi fermo a pensarci un attimo, è buffo. 

ORA CHE SONO “GRANDE”, NON VEDO L’ORA DI DIVENTARE BAMBINO

Sì, hai letto bene, di DIVENTARE BAMBINOe non di tornare bambino – perché “occorre una vita intera per diventare bambini”, come sembrerebbe abbia detto Pablo Picasso.

Non c’è niente di bello nel crescere, se perdiamo la curiosità di imparare, la capacità di osservare, l’abilità di ascoltare. Non c’è niente di bello nel crescere se perdiamo la libertà di sognare, la voglia di creare.

Quel bambino, “così bravo e buono” , “che non si vede e non si sente” e “silenzioso e pensieroso”, ne ha vissute tante di brutte esperienze, ma ne ha superate altrettante. 

In effetti, non so perché quel bambino non raccontava mai ai propri genitori cosa accadeva all’asilo in cui andava, un asilo gestito dalle suore.

Pubblicato da OBIETTIVO BENESSERE

OBIETTIVO BENESSERE è un percorso basato sulla mindfulness, termine inglese che vuol dire “consapevolezza“ e che, secondo Jon Kabat-Zinn, l’ideatore del protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) consiste nel: "prestare attenzione con intenzione al momento presente in modo non giudicante". La si può descrivere anche come un modo per coltivare una presenza più piena all’esperienza del momento, al qui e ora. L’approccio della mindfulness deriva ed è basato sulla meditazione di consapevolezza – una delle principali tradizione meditative del buddismo classico, ma scevro della cornice religiosa e corroborato da migliaia di ricerche scientifiche internazionali – e consiste proprio nel proporre un livello introduttivo, iniziale di pratica di meditazione che sia adeguato e adatto a contesti quotidiani, all’esperienza di vita normale che sperimentiamo tutti i giorni, specifico per migliorare l’equilibrio emotivo, il benessere psicofisico, la gestione di ansia, stress, dolore, dipendenze e disturbi depressivi minori.

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