GRATITUDINE, PERCHE’ NON DEVI MAI SOTTOVALUTARLA

Gran parte del recente lavoro di ricerca psicologica sulla gratitudine si è concentrato sulla natura della differenza individuale nella gratitudine e sulle conseguenze dell’essere una persona più o meno riconoscente.

Per capire che cosa significhi per noi oggi gratitudine è d’obbligo ed inevitabile il confronto con le attuali tendenze antropologiche e culturali.

Costatiamo abitualmente che l’uomo postmoderno prova quasi un senso di prometeica onnipotenza, fino talvolta alla vertigine, di fronte ai sofisticati prodotti tecnologici e della comunicazione che lui stesso inventa e fabbrica.

L’esperienza esaltante di sentirsi faber o creator non lo limita soltanto ad ideare e confezionare cose e strumenti, ma gli fa correre il rischio reale di perdere il senso del limite e di considerare cose e strumenti anche le relazioni interpersonali e le persone stesse.

Ancor più: per un mancato senso di misura o, in qualche caso, per un’intenzionale deliberazione o per vanità, orgoglio o egoismo, egli può sfiorare la soglia dell’assurdo, pretendendo di essere lui stesso l’artefice persino della propria origine.

È precisamente il rapporto conflittuale con la propria origine a mettere spesso l’uomo di oggi nella situazione poco confortevole, ma anche tipicamente sua, di poter e dover scegliere se essere grato o non averne motivo.

La gratitudine, di fatto, è anche una scelta.

È un optare consapevole e costante tra un ribellarsi e un volersi emancipare ad ogni costo dall’origine, dalle condizioni contingenti e creaturali date all’uomo e non da lui create, quali la nascita, la vita con gli altri, il mondo, la morte.

Ma gratitudine può voler dire anche scegliere, con sano realismo, di riconciliarsi con la contingenza, accettare la vita come dono e rispondere al dono con gratitudine. Saperlo fare è frutto di un lungo, complesso e spesso tortuoso cammino di crescita, di presa di coscienza sempre nuova, di esercizio della libertà, di umiltà e di buon senso, di capacità di tener conto degli altri, forse anche conseguenza dell’incontro con l’Altro.

Insomma, la gratitudine è frutto di educazione, se per educazione si intende ancora un processo, quello di iniziare l’uomo alla realtà e in questa realtà di aiutarlo a compiersi, a diventare se stesso e così orientarlo a farsi dono per gli altri e spendere le migliori energie e talenti per il bene comune. Tutto ciò può avvenire se gli si insegna a ringraziare.

La gratitudine ha il potere di ricollegare l’uomo alla Sorgente, di trasformarlo dal di dentro, ma egli deve accettare le condizioni date dalla sua vita creaturale e ricordare la propria origine con mente e cuore.

La gratitudine è quindi un vissuto squisitamente relazionale che nasce dalla grazia del Legame e nei legami si compie, arrecando gioia reciproca. È parte di un sistema psicologico che causa nelle persone l’innalzamento della loro percezione di valere agli occhi di un altro. Essa è quello che si verifica quando qualcuno fa qualcosa per far capire che tu vali per lui più di quello che pensavi.

Vivere la gratitudine è un po’ come indossare dei nuovi occhiali che ci fanno vedere meglio. Non cambiano le circostanze intorno a noi, ma cambiamo noi stessi e il modo in cui vediamo quello che ci circonda.

Rimane infine da constatare che nella nostra cultura si è perso quel senso particolare di gratitudine storica per le libertà e le conquiste in vari campi e per i beni di cui godiamo oggi, e per quello che i nostri antenati hanno fatto, magari sacrificando le loro vite, per garantirci tali beni.

Per noi è scontato averli disponibili, tanto che la nostra gratitudine rischia di essere anestetizzata da altri problemi e i suoi benefici diventano invisibili e ci scivolano addosso.

LE TRE SCALE DI VALUTAZIONE DELLA GRATITUDINE

Sono state sviluppate tre scale per misurare le differenze individuali nella gratitudine, ognuna delle quali valuta concezioni alquanto diverse.

1 – La GQ6 (Gratitude Questionnaire – Six Item Form; Questionario Gratitudine – Modulo a sei voci) consiste in una scala di autovalutazione che misura la frequenza e la forza con cui si prova gratitudine.

2 – La Appreciation Scale (scala di apprezzamento) misura otto diversi aspetti della gratitudine:

  • apprezzamento delle persone,
  • dei possedimenti,
  • del momento presente,
  • rituali,
  • sentimento di timore reverenziale,
  • confronti sociali,
  • preoccupazioni esistenziali
  • comportamento che esprime gratitudine.

3 – La GRAT valuta la gratitudine verso le altre persone, la gratitudine per il mondo in generale e la mancanza di risentimento per ciò che non si ha.

Uno studio recente ha dimostrato che tutte queste scale misurano in realtà lo stesso modo di approcciarsi alla vita; ciò suggerisce che le differenze individuali nella gratitudine includono tutti questi componenti.

GRATITUDINE e futuro comportamento pro-sociale

La gratitudine può anche servire a rafforzare il futuro comportamento pro-sociale nei benefattori.

Ad esempio, un esperimento ha scoperto che i clienti di una gioielleria che sono stati chiamati e ringraziati hanno mostrato un successivo aumento del 70% degli acquisti. In confronto, i clienti che sono stati chiamati e informati di una vendita hanno mostrato solo un aumento degli acquisti del 30% e i clienti che non sono stati chiamati affatto non hanno mostrato alcun aumento. In un altro studio, i clienti abituali di un ristorante hanno dato mance più consistenti quando i camerieri hanno scritto “Grazie” sui loro scontrini.

GRATITUDINE E BENESSERE

Un ampio corpus di lavori all’inizio del XXI secolo ha suggerito che le persone più riconoscenti hanno livelli più elevati di benessere soggettivo. Le persone riconoscenti sono più felici, meno depresse, meno stressate e più soddisfatte delle loro vite e relazioni sociali.

In particolare, in termini di depressione, la gratitudine può servire da cuscinetto migliorando la codifica e la reperibilità delle esperienze positive. 

Persone riconoscenti hanno anche livelli più alti nel controllo dei loro ambienti, nella crescita personale, nello scopo nella vita e nell’accettazione di sé. 

Le persone riconoscenti hanno strategie più positive per affrontare le difficoltà che incontrano nella vita, essendo più propense a cercare supporto da altre persone, reinterpretare e crescere dalle esperienze e passare più tempo a pianificare come affrontare il problema.

Le persone riconoscenti hanno anche strategie di coping meno negative, essendo meno propense a cercare di evitare il problema, negare l’esistenza di un problema, incolpare se stesse o rifugiarsi nell’uso di sostanze.

Le persone riconoscenti dormono meglio, e questo sembra dipendere dal fatto che pensano pensieri meno negativi e più positivi prima di addormentarsi.

Numerosi studi suggeriscono che le persone riconoscenti hanno maggiori probabilità di avere livelli più alti di felicità e livelli più bassi di stress e depressione.

Inoltre, la gratitudine di una persona può proteggere la soddisfazione relazionale del proprio partner.

Mentre molte emozioni e tratti della personalità sono importanti per il benessere e la salute mentale, ci sono prove che la gratitudine può essere importante in modo particolare.

In primo luogo, uno studio longitudinale ha dimostrato che le persone più riconoscenti hanno affrontato meglio un cambiamento di vita. In particolare, le persone che erano più riconoscenti prima della transizione erano meno stressate, meno depresse e più soddisfatte delle loro relazioni tre mesi dopo.

In secondo luogo, due recenti studi hanno suggerito che la gratitudine può avere una relazione unica con il benessere e può spiegare aspetti del benessere che altri tratti della personalità non possono.

Entrambi gli studi hanno dimostrato che la gratitudine è stata in grado di spiegare più benessere rispetto ai Big Five e ai 30 tratti della personalità più studiati.

GRATITUDINE E SALUTE FISICA

La gratitudine ha anche dimostrato di favorire la salute fisica.

Ad esempio, in uno studio, se gli adolescenti hanno scritto lettere di gratitudine ad altre persone per un mese, erano più propensi a mangiare cibo più sano.

Probabilmente, quando le persone si sentono riconoscenti, sentono l’obbligo di ricambiare gli sforzi degli altri individui. Pertanto, piuttosto che indulgere e sacrificare la propria salute – un comportamento che respingerebbe gli sforzi che altri individui hanno investito in essi – potrebbero sentirsi obbligati a vivere una vita più sana.

In alternativa, la gratitudine tende a suscitare emozioni positive e queste emozioni positive tendono a distogliere l’attenzione da possibilità favorevoli nel futuro.

Gli individui diventano più inclini a impegnarsi in comportamenti che potrebbero giovare a questo futuro, come un’alimentazione sana.

GRATITUDINE ED ALTRUISMO

La gratitudine ha anche dimostrato di migliorare le tendenze altruistiche di una persona. Uno studio condotto da David DeSteno e Monica Bartlett (2010) ha scoperto che, la gratitudine, è correlata alla generosità economica.

In questo studio, usando un gioco economico, è stata dimostrato un legame diretto tra maggiore gratitudine e maggiore donazione monetaria.

Da questi risultati, questo studio mostra che le persone riconoscenti hanno maggiori probabilità di sacrificare i guadagni individuali per un profitto comune (DeSteno e Bartlett, 2010).

Uno studio condotto da McCullough, Emmons e Tsang, (2002) ha trovato correlazioni simili tra gratitudine ed empatia, generosità e disponibilità verso la creazione di una reciprocità sociale anche con estranei che sono vantaggiosi per gli individui nel breve e nel medio termine.

Quindi direi che sarebbe opportuno che imparassimo ad essere grati di ciò che abbiamo. Alleniamoci alla gratitudine.


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