I 5 ASPETTI DA AGIRE PER SENTIRSI FELICI

– PARTE 2 –

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Prima di tutto bisogna prendere consapevolezza di due cose:

  1. I ruoli nella società servono e la fanno apparentemente funzionare
  2. I ruoli possono essere una traccia per orientarsi: ma tu non sei un’etichetta

1 – NON ASSUMERE I RUOLI CHE TI ATTRIBUISCONO GLI ALTRI

Sfrutta i titoli per la loro funzione orientativa ma non lasciarti influenzare da essi, soprattutto a discapito della tua felicità.

Liberandoti da queste etichette sociali potrai sentirti te stesso, scevro dalle recite imposte dalla società e in definitiva essere felice.

PRIMA DI RIVESTIRE QUALSIASI RUOLO, CI SEI TU

2 – SCEGLI ATTENTAMENTE IL TUO LAVORO

Il lavoro, inutile fare finta che non sia così, è il nostro biglietto da visita; anche da esso veniamo identificati ed etichettati proprio come abbiamo visto nel paragrafo precedente.

Quando conosciamo una persona e cominciamo a interagire con essa, una delle prime domande che si pone è: che lavoro fai?

Quando sento chiacchiere di questo tipo generalmente noto 3 tipi di risposta

  1. Una risposta data con tono neutro come se si parlasse di una cometa distante anni luce in una galassia lontana lontana
  2. Una risposta smunta e lamentante di chi non ce la fa più e che preferirebbe fare pattinaggio su ghiaccio nel deserto
  3. Una risposta solare, piena di vita e di soddisfazione per quello che sta facendo.

Inutile dirti che la prima e la seconda risposta sono le più frequenti. Questo accade perché sappiamo benissimo che il lavoro occupa la maggior parte della nostra giornata e della nostra attenzione.

L’impiego che svolgiamo è fortemente in grado di influenzare il nostro stato di felicità e spesso è l’ago della bilancia che definisce se una giornata è stata bella oppure brutta.

Sono sicuro che nel profondo eri già perfettamente consapevole di questo fatto, ma spesso abbiamo la tendenza a evitare certi argomenti quando riflettiamo. Tendiamo a evitarli perché sappiamo che la risposta non ci piace: magari perché richiede un’azione sgradevole che dobbiamo fare per cambiare la situazione.

Per imparare ad essere felici dobbiamo quindi farci un bell’esame di coscienza e chiederci: “Sto davvero facendo un lavoro che mi rende felice, orgoglioso e gratificato?

Se la risposta è NO, a seconda della tua situazione puoi scegliere di migliorare l’ambiente in cui lavori (in questo, ACK SERVICE AND DESIGN, con cui collaboro, ti può aiutare in modo serio e concreto) o di cambiarlo.

Ovviamente non mollare tutto di punto in bianco, pensa e trova una strategia che possa portarti ad un lavoro che ti renda felice.

Se invece non sei ancora entrato nel mondo del lavoro prova a immaginarti mentre svolgi le mansioni per cui ti stai preparando. HAI UNA VISIONE FELICE?

3 – PRATICA LA FELICITA’ DELIBERATA

Praticare la felicità deliberata è il metodo più efficace per donarsi benessere, prosperità e imparare come essere felici. Magari ti capita di ripeterti spesso “voglio essere felice!” come se le parole da sole potessero donarti la gioia che desideri.

Essere felici, tuttavia, è una scelta che va vissuta con consapevolezza. Volere la felicità non basta, bisogna viverla.

A tal proposito come tradizione di Crescita Individuale ti riporto una breve fiaba orientale per spiegarti meglio il concetto.

Mi raccomando leggila, ne va della tua felicità.

Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso.

Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno.

Un angelo lo accontentò.

Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.

“Com’è possibile?” chiese il samurai alla sua guida.

“Con tutto quel ben di Dio davanti!”

“Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca”

Il coraggioso samurai rabbrividì.

Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.

Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.

Qui lo attendeva una sorpresa.

Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno.

Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi.

Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca.

C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.

“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il coraggioso samurai.

L’angelo sorrise: “All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”.

Paradiso e inferno sono nelle tue mani. Oggi.

Essere felice è una tua scelta e spesso sono sufficienti davvero dei piccoli accorgimenti o dei punti di vista leggermente diversi per trasformare il proprio mondo, esattamente come abbiamo visto in questa fiaba. Hai capito adesso?

Ricordati di modificare il tuo punto di vista e di cercare di essere deliberatamente felice.

4 – CONFESSA QUALCOSA DI CUI TI VERGOGNI

Qualche volta a renderci infelici sono i nostri difetti e quest’ultima indicazione va oltre la consapevolezza per abbracciare la pratica. Confessare un nostro difetto, parlarne e ragionarci sopra con qualcuno è un modo eccellente per togliere potere a quella che noi consideriamo una debolezza.

L’idea è di smetterla di occultare un difetto in tutti i modi cercando di nasconderlo o di fare finta che non esista. Confessando un piccolo difetto libererai immediatamente una piccola quantità di felicità, sentendoti interiormente più leggero e sereno.

Esistono diversi tipi di segreti, per esempio quelli che non riusciamo a confessare nemmeno a noi stessi. Talvolta può capitare di non riflettere volutamente su alcune cose perché abbiamo paura di quello che potrebbe scaturirne.

Abbiamo paura di farci certe domande perché in fondo sappiamo che la risposta non ci piacerà. Questo stato di incertezza emotiva, dovuta a qualcosa che sentiamo dentro ma che non riusciamo a confessare, spesso ci impedisce di essere felici.

Sii sincero con te stesso e parlati direttamente con lealtà: la felicità arriva anche dalla sincerità che abbiamo verso noi stessi.

5 – COME ESSERE FELICI RIFIUTANDO CIO’ CHE NON VOGLIAMO

Spesso uno dei problemi che ci impediscono di essere felici sono le provocazioni e più in generale, quello che le persone pensano e dicono di noi. Per capire come liberarsi da questi fardelli e riuscire ad essere felici vediamo un’altra storia zen molto interessante.

Se ti stai chiedendo perché ti propongo tutte queste storie sappi che c’è un buon motivo.

Le parabole, come ho detto in altre occasioni, sono un metodo eccellente per scoprire, assimilare e ricordare un concetto, in una parola prenderne consapevolezza. Inoltre sono cresciuto fianco a fianco con le arti marziali e con maestri che mi hanno avvicinato allo zen, spesso impartendomi lezioni grazie a delle storie: posso quindi garantire che sono di grande aiuto.

Vediamo quindi la parabola del saggio samurai per liberarsi dai cattivi pensieri, dagli insulti e dal malessere che ci arriva dagli altri.

C’era una volta un anziano e saggio samurai che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani allievi.

Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.

Un pomeriggio si presentò un giovane guerriero conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli.

Egli era famoso per l’uso della tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante.

Questo giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro.

Conoscendo la reputazione del saggio samurai, aveva deciso di sfidarlo, sconfiggerlo e accrescere così la propria fama.

Tutti gli allievi del vecchio samurai si dichiararono contrari all’idea, ma il maestro decise ugualmente di accettare la sfida lanciata dal giovane guerriero.

Si recarono tutti nella piazza della città: il giovane cominciò a insultare l’anziano maestro.

Lanciò prima alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò poi in faccia.

Gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati. Per lunghe ore fece di tutto per provocarlo, tuttavia il vecchio si mantenne impassibile.

Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò.

Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni senza reagire, gli allievi gli domandarono:

“Come avete potuto sopportare tante indegnità?

Perché non avete usato la vostra spada?

Anche sapendo che avreste potuto perdere la lotta, avreste mostrato il vostro coraggio!

La gente penserà che siete un codardo!”

L’anziano saggio samurai, allora domandò loro:

“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?”

“Appartiene a chi ha tentato di regalarlo”

rispose uno dei ragazzi.

“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti” disse il saggio samurai.

“Quando invidia, rabbia e insulti non vengono accettati, continuano ad appartenere a chi li porta con sé”.

Hai capito cosa devi fare per liberarti dai cattivi pensieri provenienti dall’esterno?

Bisogna trattarli come un regalo che non ci appartiene e semplicemente rifiutarli. Spesso è difficile rifiutare smacchi, offese, ingiurie e insolenze che ci colpiscono, ma è importante reagire per vivere più liberi e felici.


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